Com'e' dunque il bambino normale? Forse si limita a mangiare, crescere e sorridere dolcemente? No, non e' affatto cosi'. Il bambino normale, se ha confidenza con la madre e il padre, supera davvero se stesso. Col tempo, sperimenta la sua capacita' di provocare scompiglio, distruggere, spaventare, logorare, devastare, ingannare e trafugare...
All'inizio, ha un assoluto bisogno di vivere in un ambiente pieno d'amore e di forza (e quindi di tolleranza) - altrimenti avra' troppa paura dei suoi stessi pensieri e delle sue fantasie per progredire nel suo sviluppo emotivo.
Donald Winnicott

mercoledì 8 giugno 2011

L'estate dei bimbi


Maggio è finito. E' stato un massacro. Prima si è ammalato il piccolo, ha avuto la "sciorta", poi il grande, mocci e febbre, poi di nuovo il piccolo, lo "Stretto Cocco" o streptococco. E' stato zitto un giorno intero, ci guardava con quegli occhi grandi e neri, attento e muto come un gufo di notte.

Tra poco finisce la scuola. Mi ricordo quando finivo io la scuola, poi c'era l'estate. Estate = al mare tutti i giorni o quasi. Per i bambini di oggi, con genitori entrambi al lavoro, estate = campi solari, oppure nonni, un po' con i genitori in ferie, corse per portarli al mare. Sono già stanca. Estate = che casino! Estate = che fatica per far riposare un po' questi bimbi. Estate = come riempire tutto questo tempo senza scuola.

Ecco. Sarà questa l'estate dei bimbi.

giovedì 5 maggio 2011

Festa di primavera alla ludoteca

Alla festa di primavera alla ludoteca, i bambini hanno colorato disegni, pitturato la pasta di sale e fatto composizioni di Vinavil. Li ho visti leccare col ditino i granelli di sale e pittura caduti sul tavolo di lavoro, mentre i genitori si impegnavano alacremente a pulire le mani con salviette umidificate, fazzoletti, sapone a secco. Li ho visti mangiare soddisfatti una merenda tutti insieme, assaporando cose che mai avrebbero assaggiato a casa. Dove ti dicono “Mamma, è più buono il purè della scuola”. E tu che ti sei impegnata a usare le patate vere, passarle, eliminare i grumi, aggiungere latte e burro.


In effetti, in compagnia sono buoni anche i sassi.

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venerdì 29 aprile 2011

Canta balla bolle


Se vi capita, in Toscana, di poter assistere ad uno spettacolo "Canta balla bolle" andateci, questi ragazzi sono davvero bravi e vi faranno passare una o due ore divertendovi.


Da parte di mia mamma abbiamo molti parenti pittori, ed anche mio babbo disegnava molti anni fa, con buoni risultati devo dire. Ci fu un periodo in cui si dedicò alla poesia, ma suppongo che le risate mie e di mia sorella, che come tutti i figli eravamo impietose, lo dissuasero. Mai farsi abbattere dai commenti dei figli, anche se alla fine hanno sempre ragione. Un giorno, ero bambina, ricopiai da una rivista una figura femminile. Venne per caso a trovarci uno zio di mia mamma pittore, che si propose di aiutarmi a colorare la mia donnina con ombrello. Cominciò ad usare colori fantasiosi a macchie, a impressione, la faccia era rosa fuxia e l’ombrello giallo, senza nessun rispetto dell’originale nella rivista. Ringraziai, ero già educata, e ripresi il mio foglio, convinta che in realtà avesse rovinato il mio disegno, venuto così bene quando era ancora in bianco e nero.

Adesso capisco. L’artista crea e rivoluziona, nel suo piccolo inventa. Ma per un bambino tutto è reale e realistico, ed anche una fata deve avere la faccia rosa come una donna vera.

Ho disegnato una balena gialla. I miei bimbi stavano disegnando altri pesci e meduse, mi hanno guardata: “Mamma, la balena non è gialla, è grigia, al massimo azzurra”.
“A me piaceva gialla”

Hanno ignorato la mia balena gialla e appeso alla finestra i loro pesci blu. In un sogno, se reale, le balene non sono gialle.

lunedì 21 marzo 2011

I nativi digitali

Fulmini


All’ultima riunione di interclasse alcune insegnanti di prima elementare hanno esposto delle importanti problematiche che notano sui nostri figli seienni.


L’incapacità di ascoltare, la poca perseveranza, la poca continuità nel lavoro svolto, la scarsa attenzione, la poca capacità di gestirsi da soli e di organizzarsi nel gioco e nel tempo libero, l’intolleranza all’attesa, l’immaturità, l’incapacità di eseguire compiti semplici come spogliarsi e vestirsi da soli.

Anche se i problemi non riguardavano per fortuna la nostra classe, ho chiesto ai docenti delle indicazioni per superarli.

Il suggerimento è stato di responsabilizzare i bambini invitandoli a svolgere da soli i compiti a casa, abituandoli ad ascoltare ripetendo al massimo una o due volte i messaggi verso di loro, abituandoli ad aspettare, non lasciandoli da soli davanti alla TV o al PC, rendendoli indipendenti.

Io aggiungerei che sarebbe buona abitudine non organizzare completamente la giornata dei nostri bambini, ma lasciare anche delle ore libere in cui, magari in un parco, possano organizzare con gli altri bambini i giochi da fare senza l’intervento dell’adulto, in modo che siano loro a stabilire tempi e regole.

È saltato fuori, ovviamente, anche il tema del mondo digitale, dai vari Nintendo, alla Play Station, alla Wii, al PC, ad Internet, al cellulare. Occorre conoscere prima di giudicare. Noi generazione non digitale nativa sentiamo spesso queste entità elettroniche fuori dal nostro controllo e tendiamo quindi a rifiutarle o demonizzarle, mentre i bambini sono spesso già più bravi dei ragazzi a farne uso. A suon di pigiare tasti, dicono le maestre, questi bambini non sanno fare altro, nemmeno usare le forbici o capire lo spazio di un foglio e saperlo utilizzare, o riuscire a colorare un disegno. A suon di vivere incollati al PC, perdono il contatto con la realtà non riescono a giocare con gli altri bambini nè comunicare in modo efficace.

Se parliamo di giochi elettronici, questi devono a mio avviso essere usati con parsimonia, in casa per un tempo limitato al giorno, gli esperti parlano di mezz’ora. La Play Station, per la vividità dei giochi e la violenza di alcuni, si sconsiglia prima dei 10 anni. Il cellulare è sconsigliato prima dei 12 anni in quanto la corteccia celebrale di un bambino è troppo sottile e prima di questa età potrebbe risultare dannoso. Il PC è uno strumento. Come tale deve essere trattato. Non è un mondo, non è intelligente, è uno strumento per calcolare (veniva chiamato calcolatore), per comunicare, per simulare. Impariamo ad utilizzarlo con intelligenza. Educhiamo i nostri bambini a vederlo come un oggetto utile, simpatico, ma sempre meno di un pallone colorato.


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lunedì 28 febbraio 2011

Il senso del tempo

Fiore magico

A volte vorrei essere come i miei figli. Quando c’è luce, è mattina. Quando fa buio, è notte. Il piccolo ieri verso le sei ci hai chiesto “Abbiamo già cenato?”. E la mattina mi chiedono se c’è l’asilo o la scuola, oppure no. Se è sabato, domenica oppure no. Perchè se ci sono io, che solitamente esco prima che si sveglino, allora niente scuola. A volte però ci sono e non è fine settimana, allora chiedono. Noi adulti corriamo ci affrettiamo, diciamo è tardi, dobbiamo andare, sbrigati, e loro perdono minuti a guardare un fiorellino o un ramo troppo alto o una ruspa immobile. Non hanno il senso del tempo, per questo il tempo è nelle loro mani, lo dominano e se tu gli dici “Dai, ti concedo ancora un minuto” loro ti rispondono “No dai mamma, due secondi!”. Hanno la relatività in pugno, il tempo non li invecchia, come invece fa con noi sempre concentrati a correre di qua e di là senza mai andare da nessuna parte davvero. Mi dicono che sono vecchia e ridono se fingo di arrabbiarmi, poi mi chiedono seri cosa voglio fare da grande. Mi domandano quanto anni ho e dopo un minuto lo hanno già dimenticato.


“Nonna I però è vecchia”

“Bè Nonna I si, ha quasi 98 anni”.

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venerdì 11 febbraio 2011

Paperino



“Mamma, ma perchè Paperino parla così che non si capisce nulla?”

“Perchè è un papero”

“Però la sua fidanzata Paperina non parla così”

“Tò hai ragione. Le donne sono sempre avanti!”

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Il piccolo non riesce a camminare mentre parla. E parla molto. Se parla, si ferma. A volte rimane minuti sospeso tra la portiera aperta dell’auto ed il marciapiede, e noi lì in bilico: cadrà? Scenderà? Tornerà dentro? Invece resta lì e parla. Parla. Parla “Mamma, però non lo dovevano INGALERARE, sono stati cattivi” “Mamma ho fatto un sogno bellissimo, c’era una festa” “Mamma da grande mi chiamo Jack Sparrow oppure David Jones”. Stamani parlava, parlava, e lo vedevo lì a 20 cm da terra sul bordo dell’auto, temendo che cadesse. Non mi sono resa conto che il grande, per salutare un’amichetta, non si è accorto della fine del marciapiede ed è rovinato a terra con lo zaino, grattandosi sul cemento. L’ho visto entrare nel lungo corridoio della scuola, di spalle, con quello zaino enorme sulla schiena, e controllavo che non zoppicasse.
E intanto il piccolo parlava ancora.

giovedì 3 febbraio 2011

I bambini sono avanti



“Mamma, cosa fai?”


“Mi depilo le gambe”

“E perchè?”

“Sembro un’OMO. In realtà è una cosa scema che fanno le donne”.

“Io, quando avrò il mio amore, non deve depilarsi. Tanto si vede lo stesso che è una donna, anche quando è vestita, o cià i peli”.
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