Com'e' dunque il bambino normale? Forse si limita a mangiare, crescere e sorridere dolcemente? No, non e' affatto cosi'. Il bambino normale, se ha confidenza con la madre e il padre, supera davvero se stesso. Col tempo, sperimenta la sua capacita' di provocare scompiglio, distruggere, spaventare, logorare, devastare, ingannare e trafugare...
All'inizio, ha un assoluto bisogno di vivere in un ambiente pieno d'amore e di forza (e quindi di tolleranza) - altrimenti avra' troppa paura dei suoi stessi pensieri e delle sue fantasie per progredire nel suo sviluppo emotivo.
Donald Winnicott

lunedì 21 marzo 2011

I nativi digitali

Fulmini


All’ultima riunione di interclasse alcune insegnanti di prima elementare hanno esposto delle importanti problematiche che notano sui nostri figli seienni.


L’incapacità di ascoltare, la poca perseveranza, la poca continuità nel lavoro svolto, la scarsa attenzione, la poca capacità di gestirsi da soli e di organizzarsi nel gioco e nel tempo libero, l’intolleranza all’attesa, l’immaturità, l’incapacità di eseguire compiti semplici come spogliarsi e vestirsi da soli.

Anche se i problemi non riguardavano per fortuna la nostra classe, ho chiesto ai docenti delle indicazioni per superarli.

Il suggerimento è stato di responsabilizzare i bambini invitandoli a svolgere da soli i compiti a casa, abituandoli ad ascoltare ripetendo al massimo una o due volte i messaggi verso di loro, abituandoli ad aspettare, non lasciandoli da soli davanti alla TV o al PC, rendendoli indipendenti.

Io aggiungerei che sarebbe buona abitudine non organizzare completamente la giornata dei nostri bambini, ma lasciare anche delle ore libere in cui, magari in un parco, possano organizzare con gli altri bambini i giochi da fare senza l’intervento dell’adulto, in modo che siano loro a stabilire tempi e regole.

È saltato fuori, ovviamente, anche il tema del mondo digitale, dai vari Nintendo, alla Play Station, alla Wii, al PC, ad Internet, al cellulare. Occorre conoscere prima di giudicare. Noi generazione non digitale nativa sentiamo spesso queste entità elettroniche fuori dal nostro controllo e tendiamo quindi a rifiutarle o demonizzarle, mentre i bambini sono spesso già più bravi dei ragazzi a farne uso. A suon di pigiare tasti, dicono le maestre, questi bambini non sanno fare altro, nemmeno usare le forbici o capire lo spazio di un foglio e saperlo utilizzare, o riuscire a colorare un disegno. A suon di vivere incollati al PC, perdono il contatto con la realtà non riescono a giocare con gli altri bambini nè comunicare in modo efficace.

Se parliamo di giochi elettronici, questi devono a mio avviso essere usati con parsimonia, in casa per un tempo limitato al giorno, gli esperti parlano di mezz’ora. La Play Station, per la vividità dei giochi e la violenza di alcuni, si sconsiglia prima dei 10 anni. Il cellulare è sconsigliato prima dei 12 anni in quanto la corteccia celebrale di un bambino è troppo sottile e prima di questa età potrebbe risultare dannoso. Il PC è uno strumento. Come tale deve essere trattato. Non è un mondo, non è intelligente, è uno strumento per calcolare (veniva chiamato calcolatore), per comunicare, per simulare. Impariamo ad utilizzarlo con intelligenza. Educhiamo i nostri bambini a vederlo come un oggetto utile, simpatico, ma sempre meno di un pallone colorato.


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