Com'e' dunque il bambino normale? Forse si limita a mangiare, crescere e sorridere dolcemente? No, non e' affatto cosi'. Il bambino normale, se ha confidenza con la madre e il padre, supera davvero se stesso. Col tempo, sperimenta la sua capacita' di provocare scompiglio, distruggere, spaventare, logorare, devastare, ingannare e trafugare...
All'inizio, ha un assoluto bisogno di vivere in un ambiente pieno d'amore e di forza (e quindi di tolleranza) - altrimenti avra' troppa paura dei suoi stessi pensieri e delle sue fantasie per progredire nel suo sviluppo emotivo.
Donald Winnicott

venerdì 29 ottobre 2010

Tutti pronti per Aulin


Mio figlio piccolo la chiama la festa di Aulin, per cui da festival dell’orrore si è trasformata in casa nostra in festival analgesico. Preparativi per Aulin: far disegnare ai bimbi alcune immagini a tema, tipo un pipistrello, un fantasma, una zucca, un ombrello (scelta del grande) e dei limoni (scelta del piccolo, azzeccatissimi per Aulin), colorarli, ritagliarli ed incollarli ad un nastro. Appendere poi il tutto fuori alla porta di casa, per spaventare i vicini. Appendere un fantasma di cartone alla finestra che dà sulla strada. Prendere una zucca, svuotarla da sopra, scavare occhi e bocca e metterci dentro una candela. Poggiare tutto sul pianerottolo. Questo è ancora da fare, visto che temiamo che la zucca si ammosci o puzzi, se svuotata troppo presto.
Io e mio marito abbiamo comprato e nascosto 4 mega pacchi di caramelle per i bimbi che verranno a trovarci. Non sappiamo come organizzarci con lo scherzetto, visto che quando i miei bimbi hanno visto l’occhio ed il dito sanguinolenti di plastica sul piatto della bimba che vive accanto a noi si sono spaventati. Non vorrei che lo scherzetto se lo facessero da soli. Inoltre temo che il grande, che è timido, non osi suonare alle porte di sconosciuti per chiedere caramelle. Quindi la parte focale della festa di Aulin, quella del “dolcetto o scherzetto”, è ancora in fase di elaborazione. Se restiamo tutta la sera a casa, va bene lo stesso; qualcuno deve pur rimanere ad aprire la porta, no?

martedì 26 ottobre 2010

Progetti


Casa

“Mamma, quando io ho dieci anni, poi quanti anni compiutal?”
“Eh?”
“Quando io ho dieci anni e poi viene il compleanno, quanto anni compiutal?”
“Eh?”
Mi viene in soccorso il grande, che per fortuna traduce:
“Vuole sapere, quando avrà 10 anni e poi festeggierà il suo compleanno, quanti anni compiut ... avrà?”.
“Ahhhhhh! Grazie della traduzione. Compierà 11 anni, dopo 10 viene 11”
Il piccolo prosegue “Voglio la torta al cioccolato”.
OK, anche se non sai coniugare il verbo compiere.
=========================================================
“Mamma, te da grande cosa vuoi fare?”
Che bello, mi si aprono un sacco di orizzonti e mi sento giovane.
“Voglio fare l’insegnante, e tu?”
Il piccolo risponde “Io voglio fare velocità, e poi il maestro dei grandi”.
Mi ricordavo che voleva fare la spaccata, ora velocità.
Il grande dice la sua “Io farò il pompiere”.
Ma non era Grisù?

mercoledì 20 ottobre 2010

I bimbi stronzetti



Uno dei tanti pomeriggi passati al parco dopo la scuola, il grande gioca con alcuni suoi compagni di classe. Presta ad uno di loro, Francesco, un gioco, un piccolo personaggio di plastica. Dopo un po’ Francesco si rifiuta di restituirlo. Successivamente finge di averlo perso, ma chiaramente lo tiene nella tasca dei jeans.
Quello che avrei voluto fare: prendere a badilate il bimbo stronzetto.
Quello che ho fatto appena il grande mi ha chiesto “Mamma, non mi rivuole dare il gioco”
“Amore, fattelo ridare, oppure dillo alla sua mamma. Ha la tua solita età, dovete sbrigarvela da soli; se poi fa una cosa del genere in classe mamma non può sempre essere lì ad aiutarti”.
Risultato: il bimbo stronzetto si è tenuto il giochino, ma sono convinta che il mio grande ci penserà tre volte prima di prestargli di nuovo qualcosa.
Che cosa avreste fatto voi? Mio marito sarebbe intervenuto, io sarei intervenuta solo se mi fossi trovata nella situazione contraria, ovvero uno dei miei faceva il furbo con un altro bimbo.
Ma facciamo bene, qui in Italia, ad insegnare ai nostri figli ad essere corretti?