Com'e' dunque il bambino normale? Forse si limita a mangiare, crescere e sorridere dolcemente? No, non e' affatto cosi'. Il bambino normale, se ha confidenza con la madre e il padre, supera davvero se stesso. Col tempo, sperimenta la sua capacita' di provocare scompiglio, distruggere, spaventare, logorare, devastare, ingannare e trafugare...
All'inizio, ha un assoluto bisogno di vivere in un ambiente pieno d'amore e di forza (e quindi di tolleranza) - altrimenti avra' troppa paura dei suoi stessi pensieri e delle sue fantasie per progredire nel suo sviluppo emotivo.
Donald Winnicott

venerdì 21 gennaio 2011

Prima di nascere

“Mamma, ma quando tu eri piccola, noi dove eraviamo?”


“Eravate un sogno, nel libro dei sogni”

“Eraviamo nella tua pancia e tu avevi una grande pancia anche da piccola”

“Per fare un bambino ci vogliono mamma e babbo, mamma da sola non basta, babbo deve mettere il semino nell’ovulo di mamma”

“Allora ecco perchè Zia Ci non ha figli! Zio A deve mettere il semino!”

“Infatti.”

“Cosa, non ce l’ha ancora messo? Bisognerà dirglielo.”
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lunedì 17 gennaio 2011

Per una virgola Martin perse la cappa

"Mamma, ma esistono gli asili con l'otto vero?"
"Cosa intendi? Con un otto disegnato per terra?"
"No mamma, con l'otto vero!"
"Un otto sul cancello di ingresso?"
"No, l'otto vero, che fanno le verdure e poi le mangiano!"
"Ah, l'orto! Si amore, esistono".
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"Mamma lo sai che all'asilo ci trattano da chiavi?"
"Vi fanno aprire le porte!"
"No, da chiavi!, ci fanno buttare via i bicchierini del caffè"
"Da schiavi! Scusa amore, non avevo capito."
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mercoledì 5 gennaio 2011

La strana storia di O

C’era una volta un bambino molto brutto. Con un nome brutto. Si chiamava O. Aveva il naso a punta come quello di una strega, e grande, storto come un cantuccio di pane. Un naso così brutto che nessuno osava prenderlo in giro. Aveva i capelli brutti, duri come stoppa e gialli come fieno. Così brutti che nessuno osava prenderlo in giro.




Aveva gli occhi grandi brutti e verdi come una bottiglia. Così brutti che nessuno osava prenderlo in giro. Aveva pure un porro nero su una guancia. Così brutto che nessuno osava prenderlo in giro.




Questo bambino di nome O era molto arrabbiato per via del suo aspetto fisico. Si vergognava parecchio a farsi vedere in giro, soprattutto se si trattava di persone nuove o sconosciute. Aveva paura che lo prendessero in giro. In realtà per strada non si curavano molto di lui, oppure qualcuno gli diceva addirittura che era bello. Questo lo faceva vergognare ancora di più, pensava lo dicessero per compassione. Non era neanche bravo. Ovvero non provava a fare nuove attività per vergogna e paura, quindi chissà, magari era anche bravo, ma nell’incertezza pensava di non essere bravo.

O aveva molti amici, anche se non se ne rendeva conto. O viveva nel suo mondo ripiegato su se stesso pensando sempre alla sua bruttezza alla sua incapacità, e vergognandosi molto di tutto ciò, spesso anche arrabbiandosi per questo. Però quando O giocava con i suoi amici e si divertiva non ci pensava, non si vergognava ed era felice.

Un giorno a scuola arrivò una maestra. Noi tutti pensiamo che fosse una fata, anche se sembrava semplicemente una maestra. Entrando in classe, la maestra disse. “O quanti bei bambini!”, ed O si vergognò subito pensando che indicasse lui, invece intendeva tutti i bambini e non solo lui in particolare. “O che bravi bambini!”, ed O si vergognò subito pensando che indicasse lui, invece intendeva tutti i bambini e non solo lui in particolare. La maestra era molto felice di stare con tutti quei bei bimbi. Accarezzò la testa a MarcO, chiuse il bottone del grembiule di SaveriO, sistemò il fiocco di ChiarA e la coda di cavallo di LaurA, allacciò le stringhe di AmedeO, prese un fazzoletto e pulì la faccia di O cancellando quel segno di pennarello nero, aggiustò la gonna di ...Si avete capito bene, O non aveva sulla guancia un porro nero come lui credeva, ma una macchia di pennarello che bastava togliere col fazzoletto. O non aveva i capelli di stoppa, ma dei capelli normali e bellissimi come tutti i bambini, ed un naso regolare e bellissimo come quello di tutti i bambini, e gli occhi brillanti e bellissimi come quelli di tutti i bambini. O era bellissimo e bravissimo come tutti i bambini.

O quasi si arrabbiò nello scoprire quanto fosse bello e bravo come tutti, si arrabbiò per tutte le volte che si era inutilmente arrabbiato e pensò al porro nero ed a come era stato facile toglierlo dalla sua faccia. Si arrabbiò così tanto, che decise di non arrabbiarsi più. O!
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