Com'e' dunque il bambino normale? Forse si limita a mangiare, crescere e sorridere dolcemente? No, non e' affatto cosi'. Il bambino normale, se ha confidenza con la madre e il padre, supera davvero se stesso. Col tempo, sperimenta la sua capacita' di provocare scompiglio, distruggere, spaventare, logorare, devastare, ingannare e trafugare...
All'inizio, ha un assoluto bisogno di vivere in un ambiente pieno d'amore e di forza (e quindi di tolleranza) - altrimenti avra' troppa paura dei suoi stessi pensieri e delle sue fantasie per progredire nel suo sviluppo emotivo.
Donald Winnicott

giovedì 3 settembre 2015

Praticità e ottimismo

"Mamma noi non vogliamo la baby sitter quest'anno".
"E perché?"
"Perché nessuno dei nostri amici ce l'ha".
Rieccoci col solito problema. In una piccola città di provincia, dove contravvenendo ad ogni principio di biologia ogni bambino ha 18 nonni disponibili, mamme che lavorano quasi tutte part time e 78 zii tra naturali ed acquisiti, il concetto che nessuno ha la baby sitter (quasi nessuno) continua a minare l'organizzazione familiare.
"Vi ho spiegato che dovete guardare nel vostro piatto, e non in quello degli altri".
"Si però ora che non c'è più nonna Ilva, nonno sarà più libero e i nonni ci tengono volentieri".
Ecco qui che emerge il senso pratico dei bambini.
"Ma glie lo avete chiesto?"
"No, ma lo sappiamo."
E' bello avere dei figli ottimisti.
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venerdì 28 agosto 2015

Chiamare le cose con il proprio nome

Il Grande: "Mamma, il dittatore della tua ditta guadagna tanto?"

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martedì 25 agosto 2015

Cose del passato importanti da sapere

Il Grande "Mamma, ma quando sono nato te ti eri depilata?"
Io "No, ma ci sei passato uguale".
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giovedì 11 giugno 2015

Lettera di un bambino al maestro che se ne va


C'era una volta dei bambini che erano all'ultimo anno di asilo e stavano per andare in prima. Tutti quei bambini erano molto ansiosi dei maestri che gli potevano capitare. Tutti i bambini appena hanno visto il maestro L e la maestra E si sono spaventati perché non sapevano se erano buoni o cattivi. Passarono mesi e i bambini scoprirono che i mastri erano molto buoni. Gli alunni di quella classe passarono una prima meravigliosa ma non tutti passarono un bimbo venne bocciato. 
Passò un anno e gli alunni di quella classe andarono in 2B. Il maestro L insegnò a fare le olimpiadi e a dipingere la pop art. 
Passò un altro anno e gli alunni di quella classe passarono in 3B. E in terza quegli alunni impararono a dipingere Modigliani sulla carta gialla, poi si imparò a disegnare sulla carta gialla grande come le tele di Modi'. Poi a L l'autorità portuale gli dette il permesso di esporre le nostre opere alla fortezza vecchia di Livorno poi l'anno scolastico di terza finì. 
E si fece la cena di classe, ad un certo punto L ci raduno' tutti e ci fece guardare un video che rappresentava l'anno scolastico dalla prima alla terza. L alla fine del video disse che si trasferiva in Belgio o in Svizzera o in Francia. 
Appena L ha detto questa cosa tutti si sono messi a piangere. 
E questa è la storia della classe 3B che rimarrà senza il suo maestro LP. 

Scritta dal suo alunno SB.

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venerdì 5 giugno 2015

Past vuol dire pasta

Il grande alle prese con l'inglese
"...half past six  ..... boia mamma questa mangia sei piatti di pasta!"
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mercoledì 21 gennaio 2015

OK per Babbo Natale, ma la Befana?

Ci sono dei momenti in cui un genitori deve prendere coraggio ed affrontare certi discorsi con i propri figli. Pochi giorni dopo il Natale ho preso da parte il Grande, che è in quinta elementare, per dirgli che Babbo Natale non esiste.
"Si mamma, già l'anno scorso lo avevo un po' capito"
Era importante però che glie lo dicessi esplicitamente.
"Comunque amore è bello conservare lo spirito natalizio, la voglia di stare insieme, e mantenere per ora il segreto con tato."
"Va bene mamma", mi risponde dimostrando un atteggiamento molto maturo.

Il 5 gennaio sera ci apprestiamo a preparare le calze sotto l'albero. Al che il Grande mi avvicina, un po' in disparte, e sussurra "Mamma, ho capito che Babbo Natale non esiste, ma la Befana?".
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mercoledì 3 dicembre 2014

Anticipare i desideri dei propri figli

Lo facciamo in continuazione. Li nutriamo prima che ci dicano che hanno fame, li copriamo prima che ci dicano che hanno freddo. E' la logica del commercio applicata all'ambito familiare. Così a Natale ci scervelliamo per capire cosa potrebbero volere che non hanno già e cosa potrebbe sorprenderli di più. Per creare poi un adulto che non sa comprendere i propri bisogni e non sa capire bene cosa lo appagherà o cosa colmerà i suoi vuoti, perché fin da bambino è stato sempre anticipato.

Non sarebbe meglio ogni tanto arrivare un po' in ritardo?