Com'e' dunque il bambino normale? Forse si limita a mangiare, crescere e sorridere dolcemente? No, non e' affatto cosi'. Il bambino normale, se ha confidenza con la madre e il padre, supera davvero se stesso. Col tempo, sperimenta la sua capacita' di provocare scompiglio, distruggere, spaventare, logorare, devastare, ingannare e trafugare...
All'inizio, ha un assoluto bisogno di vivere in un ambiente pieno d'amore e di forza (e quindi di tolleranza) - altrimenti avra' troppa paura dei suoi stessi pensieri e delle sue fantasie per progredire nel suo sviluppo emotivo.
Donald Winnicott

mercoledì 5 gennaio 2011

La strana storia di O

C’era una volta un bambino molto brutto. Con un nome brutto. Si chiamava O. Aveva il naso a punta come quello di una strega, e grande, storto come un cantuccio di pane. Un naso così brutto che nessuno osava prenderlo in giro. Aveva i capelli brutti, duri come stoppa e gialli come fieno. Così brutti che nessuno osava prenderlo in giro.




Aveva gli occhi grandi brutti e verdi come una bottiglia. Così brutti che nessuno osava prenderlo in giro. Aveva pure un porro nero su una guancia. Così brutto che nessuno osava prenderlo in giro.




Questo bambino di nome O era molto arrabbiato per via del suo aspetto fisico. Si vergognava parecchio a farsi vedere in giro, soprattutto se si trattava di persone nuove o sconosciute. Aveva paura che lo prendessero in giro. In realtà per strada non si curavano molto di lui, oppure qualcuno gli diceva addirittura che era bello. Questo lo faceva vergognare ancora di più, pensava lo dicessero per compassione. Non era neanche bravo. Ovvero non provava a fare nuove attività per vergogna e paura, quindi chissà, magari era anche bravo, ma nell’incertezza pensava di non essere bravo.

O aveva molti amici, anche se non se ne rendeva conto. O viveva nel suo mondo ripiegato su se stesso pensando sempre alla sua bruttezza alla sua incapacità, e vergognandosi molto di tutto ciò, spesso anche arrabbiandosi per questo. Però quando O giocava con i suoi amici e si divertiva non ci pensava, non si vergognava ed era felice.

Un giorno a scuola arrivò una maestra. Noi tutti pensiamo che fosse una fata, anche se sembrava semplicemente una maestra. Entrando in classe, la maestra disse. “O quanti bei bambini!”, ed O si vergognò subito pensando che indicasse lui, invece intendeva tutti i bambini e non solo lui in particolare. “O che bravi bambini!”, ed O si vergognò subito pensando che indicasse lui, invece intendeva tutti i bambini e non solo lui in particolare. La maestra era molto felice di stare con tutti quei bei bimbi. Accarezzò la testa a MarcO, chiuse il bottone del grembiule di SaveriO, sistemò il fiocco di ChiarA e la coda di cavallo di LaurA, allacciò le stringhe di AmedeO, prese un fazzoletto e pulì la faccia di O cancellando quel segno di pennarello nero, aggiustò la gonna di ...Si avete capito bene, O non aveva sulla guancia un porro nero come lui credeva, ma una macchia di pennarello che bastava togliere col fazzoletto. O non aveva i capelli di stoppa, ma dei capelli normali e bellissimi come tutti i bambini, ed un naso regolare e bellissimo come quello di tutti i bambini, e gli occhi brillanti e bellissimi come quelli di tutti i bambini. O era bellissimo e bravissimo come tutti i bambini.

O quasi si arrabbiò nello scoprire quanto fosse bello e bravo come tutti, si arrabbiò per tutte le volte che si era inutilmente arrabbiato e pensò al porro nero ed a come era stato facile toglierlo dalla sua faccia. Si arrabbiò così tanto, che decise di non arrabbiarsi più. O!
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giovedì 30 dicembre 2010

L'alternanza

Adesso andiamo in alternanza, quando uno ha la febbre non ce l'ha altro, e viceversa. Speriamo di uscirne domani. Nel frattempo si è rotto l'umidificatore, ed il lettore DVD. Per fortuna marito ha riparato il lettore, e possiamo goderci qualche cartone di relax. Il grande ha un sacco di compiti, ed il piccolo annoiato dalla lunga permanenza in casa pensa bene di cancellarli appena lui li ha conclusi. Abbiamo sovrasfruttato i giochi da tavolo come UNO, Otto il maialotto che fa il Botto e Minotauro della Lego. Siamo passati ai puzzle ed ai disegni. Babbo Natale, potevi anche portarci un po' di guarigione sotto l'albero invece di questo virus corazzato?
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mercoledì 29 dicembre 2010

Effetto a catena

Ovviamente se uno dei tuoi figli ha la febbre, il secondo se la prende di conseguenza, e così il terzo se ne hai tre, il quarto e così via. Ovviamente succede nei giorni in cui sei in ferie ed hai programmato varie attività, visite agli amici, inviti, ecc... Annulli tutto, ti chiudi in casa, ed ingoi la chiave. La tua giornata è cadenzata da aerosol, antibiotico, pranzi, merende. Man mano che passano i giorni i tuoi figli sono noiosi 39 anche se hanno 37, ed anche tu non ne puoi davvero più. Devi solo aspettare. Probabilmente passeremo anche Capodanno a casa, ma potremo comunque festeggiarlo in differita come Fantozzi. Con tanto di orchestra e trenino.
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domenica 26 dicembre 2010

Ammalarsi il giorno di Natale

Ammalarsi il giorno di Natale è normale, per dei bambini. Sono come dei seguci, fiutano quando stai organizzando una vacanza o una semplice partenza e somatizzano la tua e la loro emozione con un bel febbrone. Solitamente succede che hai già preparato le valigie, non hai più niente di commestibile in casa a parte i biscotti della colazione, i negozi sono tutti chiusi per via delle festività. Il momento perfetto per una bella influenza. Bisognerebbe non dirglielo, che è Natale, o che si sta per partire. Per fortuna esistono i nonni. Ed il freezer.
Buon Natale!
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giovedì 23 dicembre 2010

Ibridità

“Mamma, esistono i figli gechi?”


“Si, se la mamma ed il babbo sono dei gechi viene fuori un gechino.”

“Ma come fanno a nascere i figli gechi?”

“Te l’ho detto, da mamma e babbo geco”

“E quali sono?”

“Ti ricordi, quelli che avevamo in estate sul nostro terrazzo, simili a lucertole marroncine, che si arrampicano sulle pareti”

“Ma se mamma e babbo sono gechi nasce per forza un figlio geco? Ci sono anche i bambini gechi?”

“Non bambini geco, o bambino o geco”

“ Ma come fanno a vedere?”

“....

Intendi ciechi! I bambini ciechi, o genitori ciechi!”

“Si, gechi!”

“OK, ripartiamo da capo”

giovedì 16 dicembre 2010

Mamme elastiche contro il consumismo, e Due Culi


“Mamma mi compri qualcosa?”


“Cosa vuol dire mi compri qualcosa? O uno ha qualcosa che gli piace molto e cerca di mettere da parte i soldini per comprarlo, oppure non è che si compra tanto per comprare, non ha senso, questo non ti dà la felicità.”

“Dai mamma una pallina da un euro!”

Io odio le palline da un euro. Primo: odio la pallina, che è di plastica, solitamente non riciclabile, viene buttata dopo 3 secondi che l’hai in mano, dentro c’è un troiaio. Quindi pallina=spazzatura=inquinamento.

“No, la pallina no, piuttosto ti regalo un euro lo metti da parte e poi ci compri un bel gioco che ti piace. E poi le palline sono acchiappacitrulli, ti mettono nella galera degli acchiappacitrulli come Pinocchio”.

Dovrebbero farle davvero, le galere per acchiappacitrulli.

“Mamma non è vero...dai mi compri un acchiappacitrulli?”.

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È mattina, ci siamo appena svegliati. Il piccolo vaga per la cucina, poi viene da me.

“Mamma guarda ho due culi!”

“Si dice sedere.”

“Ho due sederi!”

“Amore, sono le chiappe, sono due e formano il sedere.”

“No, ho due sederi, uno di qui, uno di qua, e questo taglio nel mezzo che è la fine.”

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giovedì 9 dicembre 2010

Caro Babbo ...

"Caro Babbo Natale, per Natale vorrei un Power Ranger rosso grande che si trasforma in leone grande e in moto grande. Per mio fratello, un Power Ranger piccolo che si trasforma in moto piccola".

L'importante tra fratelli è volersi bene.

Eventi da segnalare: Il Rigiocattolo 2010

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